giovedì 27 agosto 2009

Profeta di Arcore

Dopo la cena con due giudici ella Consulta che a breve dovranno esprimersi sulla validità costituzionale del lodo Alfano, è arrivata anche quella con il Cardinale Bertone, segretario di stato Vaticano. Non ho mai amato Giovanni Paolo II, ma non credo che si sarebbe mai abbassato a fare una cosa simile: forse non avrebbe denunciato apertamente il carattere libertino-edonistico e per nulla cristiano di Berlusconi, ma non sarebbe andato a piangere a casa del presidentissimo temendo di perdere le laute prebende che il Governo passa alla Chiesa cattolica, non solo sotto forma economica ma anche attraverso leggi liberticide e retrograde come quella sul testamento biologico in discussione in questi giorni in Parlamento. Sono convinto che Woitjyla non avrebbe mai dato l'impressione di sentirsi inferiore a qualsiasi capo di stato, neppure il presidente degli Stati Uniti. E che effetto avrà avuto sui fedeli questo tentativo estremo di convincere Berlusconi a un comportamento un tantino più etico o se non altro presentabile? E' probabile che sarà passata come una concessione nei confronti dell'uomo più potente d'Italia: dopo la grande industria e la grande stampa, p arrivato il turno del Pontefice.
La tattica di Berlusconi è stata molto semplice: ha mandato avanti la Lega, ovvero l'anima paleo-nazista del centrodestra, e questa attraverso La Padania ha agitato lo spauracchio di modifica dei Patti Lateranensi; il resto della maggioranza è rimasto in silezio di fronte alle bordate di Bossi e compagni e si è fatto capire alla Chiesa i rischi a cui andava incontro. Qualcuno parlerebbe forse di metodo mafioso, un po' come le bombe "affettuose" che ogni tanto Mangano da latitante metteva nella cancellata della villa di Arcore per salutare il suo vecchio padrone.
Ratzinger e Bertone, di conseguenza, hanno riconosciuto che la parte del manico sta dalla parte di Berlusconi, la maggioranza approverà qualche legge di stampo clericale e tutti vivranno felici e contenti; e chissà che Berlusconi, nuovo Costantino, non mediti un proprio Concilio di Nicea.

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