domenica 8 luglio 2012

Censura da spread

“Dichiarazioni di questo tipo, come è avvenuto nei mesi scorsi, fanno aumentare lo spread e i tassi a carico non solo del debito ma anche delle imprese, e quindi invito a non fare danno alle imprese... Invito a considerare – aggiunge il capo dell’esecutivo – che dichiarazioni di questo tipo da parte di personalità istituzionali ritenute responsabili hanno effetti molto rilevanti nei mercati e quindi suggerirei di fare più attenzione, non tanto nei riguardi del governo, che evidentemente non lo merita a giudicare da ciò che viene detto, ma verso le imprese”(Mario Monti 8 luglio 2012) Nella storia repubblicana abbiamo avuto l'autoritarismo democristiano di Scelba e Tambroni, il pragmatismo filo-occidentale di Cossiga e Andreotti, i rigurgiti post-fascisti di Alleanza Nazionale e le pretese impunitarie di Berlusconi: ma mai nessun uomo di governo si era spinto a censore come Monti, dispiaciuto di turbare gli interessi dei suoi punti di riferimento che ovviamente sono i 'mercati' (banche, fondi di investimento, speculativi e simili) e non i cittadini. Dopo la censura violenta del fascismo, arriva finalmente la censura sobria e misurata dei tecnici.

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