sabato 29 dicembre 2012

Cambiare si può? Si deve, ma per davvero...

La vera notizia di oggi è che, ahimé, Antonio Ingroia non sarà più un magistrato anti-mafia, qualunque cosa dovesse succedere. Le dichiarazioni del PM palermitano nella conferenza stampa di oggi - la riluttanza nella lotta alla mafia del PD, la vicinanza di Grasso a Berlusconi in chiave anti-Caselli - può scandalizzare solo chi in questi anni aveva gli occhi foderati di prosciutto. Preso atto della partecipazione di Ingroia, persona degnissima e di assoluto valore, resta da capire se le forze che lo sostengono - racchiuse nei contenitori di Rivoluzione Civile e Cambiare Si può - sono in grado di essere quei movimenti di rottura necessari per questa fase storica: in realtà, si oscilla tra elitarismo intellettuale (anche se di altissimo livello, vedo il caso di ALBA) e pericoloso collateralismo con il centro-sinistra, con in mezzo un sostegno della società civule di altissimo spessore (vedi Agende Rosse o Tavola della Pace). Personalmente, ritengo che l'utilità di una forza politica sia pari alla sua capacità di far intraprendere azioni dirette dai parte dei cittadini, di cui questa forza deve essere emanazione A oggi, dubito che il 'quarto polo' (che pure compensa il disagio di molti cittadini allergici al PD e al M5S) sia capace di catalizzare movimenti come i No-TAV valsusini o i Cittadini e lavoratori liberi e pensanti tarantini; la gravosa presenza dei partiti (IDV, Verdi, Federazione della Sinistra), mi fa propendere più per il M5S, non senza molte riserve. In ogni caso, il problema non è Ingroia, bensì il suo utilizzo come toppa per coprire mancanza di idee o confusione (la scritta INGROIA a caratteri cubitali nel simbolo non è un caso). Saper esistere a prescindere dalle persone - per quanto eccezionali siano - dovrebbe essere una condizione di partenza per qualsiasi serio processo politico, ma forse non basteranno i due mesi che separano dalle elezioni.

venerdì 7 dicembre 2012

A volte ritornano

Ovviamente è assurdo vedere tutto con gli occhi del complottismo, però è incredibile osservare come i fatti casualmente sembrino incastrarsi bene gli uni con gli altri. In uno dei momenti più bassi della storia dell'Italia repubblicana, con la Consulta che eleva Napolitano a livello di sovrano intoccabile negando alla procura di Palermo di utilizzare le intercettazioni in cui è coinvolto, l'opinione pubblica assiste al "ritorno della politica" con le primarie del PD e soprattutto con il prepotente ritorno al vertice di Silvio Berlusconi, con un colpo di coda che potrebbe causare niente di meno che la caduta del governo intoccabile di Monti. Se consideriamo che anche altrove si assiste a strani fenomeni, come la proposta del FMI di rinegoziare una parte del debito greco, verrebbe da pensare che sia arrivata, dopo tante e tante bastonate, la fase della 'carota', per evitare pericolose esplosioni di rabbia di cittadini che si sentono sempre più distanti dal potere politico e della Stato in generale. Non so se basteranno Bersani "unto dalle primarie" e la riscossa del PDL per tenere a freno M5S ed eventuali altri terzi incomodi, ad esempio la nuova galassia arancione. Sicuramente serviranno per coprire l'onta del privilegio riservato a Napolitano e, complottismo a parte, confermano l'assioma teorizzato a suo tempo dall'iper-realista Giuliano Ferrara: "Devi essere ricattabile, per fare politica. Devi stare dentro un sistema che ti accetta perché sei disponibile a fare fronte, a essere compartecipe di un meccanismo comunitario e associativo attraverso cui si selezionano le classi dirigenti". Ingroia se ne faccia una ragione, aggiungiamo noi.