giovedì 6 giugno 2013

Presidenzialismo e barbarie

Secondo Lorenza Carlassare, docente universitario scelta tra i 35 saggi per la riscrittura della Costituzione, lo scopo che si propongono le cosiddette 'riforme' bipartisan e sostenute a spada tratta dal capo dello Stato - avremo addirittura un DDL del governo in materia - mirano a “delegittimare la Costituzione” e a dare un po’ di sostanza “a quella vena di autoritarismo che ci portiamo dietro da sempre".
La trasformazione in soli 18 mesi dell'Italia in una repubblica presidenziale non poteva essere descritta in termini migliori. Cosa si può dire del resto di un parlamento di nominati, che si eleva ad assemblea costituente malgrado una legge elettorale che persino la maggioranza dichiara vergognosa?
Un presidenzialismo, per altro, presentato come fondamentale 'per assicurare la governabilità', ma di cui non viene spiegata l'essenza più intima, se non limitandosi a vaghe rassicurazioni sul fatto che il Presidente sarà eletto direttamente dai cittadini.
Di fatto, in una repubblica presidenziale le figure di capo dello stato e capo del governo o coincidono, come negli USA, oppure si verifica la strana situazione semi-presidenziale francese, dove le due cariche sono distinte ma il presidente della repubblica eletto direttamente comanda per interposta persona, un po' come nell'antico Egitto accadeva tra faraone e visir. E, cosa che non viene mai detta, in una repubblica presidenziale il governo non è sfiduciabile e impronta enormemente l'azione legislativa. 
Ovviamente i benpensanti replicheranno che esistono nazioni presidenzialiste come gli USA, assolutamente democratiche ma, caso strano, non esiste un presidenzialismo puro da nessuna parte in Europa. La tanto osannata ed efficientista Germania, ad esempio, è una repubblica parlamentare né più né meno dell'Italia attuale; e gli USA sono uno stato federale, dove esistono numerosi contrappesi a livello locale dell'influenza del presidente. Nella versione italiana, invece, il presidenzialismo sarà un modo per applicare sulla popolazione quelle 'riforme' che questo ha sempre maldigerito, anche con azioni dirette come i referendum del 2011 su nucleare, legittimo impedimento e acqua pubblica. Con il presidenzialismo all'italiana, ben lungi dall'avere un 'uomo forte' al governo - il presidenzialismo era sempre stato del resto un cavallo di battaglia del vecchio Movimento Sociale - avremo la consacrazione dell'agenda Monti e Letta a unica politica nazionale, con il presidente eletto direttamente ridotto a semplice passacarte, per quanto 'unto dal popolo', degli ordini provenienti dai poteri forti europei e mondiali. Avremo insomma un governo più forte per una nazione più debole, priva di una delle poche cose di cui poteva andare fiera nel mondo: la sua costituzione repubblicana.

1 commento:

  1. Concordo con la tua analisi. Trovo inoltre allucinante che in questo clima politico ai limiti dell'assurdo non ci siano manifestazioni popolari decise. Stiamo semplicemente assistendo inermi allo smantellamento completo del nostro paese.

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