domenica 22 settembre 2013

Giù le mani dai NO TAV

Prima o poi doveva capitare, era inevitabile. Le BR, vecchie o nuove che siano, hanno da sempre l'abitudine di attaccarsi come parassiti a tutto ciò che è vitale e vigoroso, per succhiarne l'energia distruggendo l'organismo ospite senza in cambio ottenere granché. Come novelli Re Mida, tutto quello che toccano lo trasformano in merda. 
Adesso vogliono provarci con i NO TAV, ossia con un movimento realmente di popolo - cosa a cui le BR, veri e propri radical-chic dal grilletto facile, non hanno mai assomigliato lontanamente - osteggiato dai due maggiori partiti, espressione delle lobby legate alla costruzione di questa opera inutile, capaci solo di presentare i propri contestatori come il peggiore dei mali del mondo. L'attestato di simpatia delle BR è la classica ciliegina sulla torta per infangare definitivamente il movimento.
Il movimento NO TAV, con la sua azione dal basso, in questi anni si è dimostrato un baluardo di democrazia, una ripresa di coscienza contro l'espropriazione dei cittadini dal controllo sulla propria comunità.Il verticismo criminale delle BR e quello burocratico dei partiti politici rappresentano due lati della stessa medaglia, della stessa oppressione. Come le BR militarizzavano la militanza politica svuotandola di qualsiasi significato ideale, oggi le forze politiche militarizzano il territorio e attraverso l'esercito mascherano la loro totale sudditanza ai potentati economici, nonché l'assenza di qualsiasi progettualità che vada oltre la riproposizione di vecchi e logori assunti sulla crescita. 
In un contributo pubblicato sul sito Web del movimento, i NO TAV hanno ancora una volta indicato la via da seguire:
"Servono narrazioni nuove che sappiano costruire ragionamenti liberi. Servono ancora di più iniziative, dibattiti, lotta, che aiutino il movimento no tav a resistere e a vincere. Serve oggi più che mai l’energia di quanti hanno conosciuto questo problema e oggi si sentono no tav. Ancora una volta serve ripartire e rispondere con la pratica dei gesti quotidiani, una parola detta a chi ancora non è informato, una marcia contro il cantiere, un’assemblea, una semplice bandiera no tav appesa al balcone di casa".


domenica 15 settembre 2013

L'inizio o la fine

L'invio di navi da guerra cinesi nel Mediterraneo segna probabilmente l'inizio di una nuova era nelle relazioni internazionali, dove la Cina si eleva definitivamente a superpotenza planetaria quasi pari agli Stati Uniti: manca solo di condividere il privilegio di disporre di stabili basi militari fuori dal territorio nazionale. 
Se questo intervento servirà, come pare, ad evitare una guerra in Siria o in altre parti del mondo, ciò è solo positivo. Tuttavia è bene riflettere seriamente sugli scenari che si aprono dopo il consolidamento dell'alleanza Cina-Russia, soprattutto se ciò porterà a un rafforzamento delle relazioni USA-Unione Europea, un pericoloso risiko di alleanze nel secolo che sarà segnato dalla crisi ecologica e dal picco del petrolio e delle materie prime. Probabilmente sarà fondamentale la posizione europea, se si appiattirà sulla politica estera statunitense oppure se sarà capace di farsi mediatrice tra le potenze.
Quel che è certo, però, è che nessuna delle nazioni coinvolte è in grado di affrontare le sfide difficili che l'umanità si trova ad affrontare, possono al più agevolare o evitare un'apocalisse atomica. Che non è cosa da poco, ma ciò significa che sono i popoli del mondo padroni del loro destino, per quanto alla mercé dei rispettivi governi. Perché questo secolo non sarà il secolo cinese o del declino dell'Occidente, ma quello della sopravvivenza della civiltà o dell'emergere definitivo della barbarie.