domenica 2 febbraio 2014

Soluzioni fallimentari e rimedi infausti

La situazione politica dei giorni recenti è di abbastanza semplice decifrazione: si deve votare su di un importante provvedimento che porterà miliardi di euro dei contribuenti nelle tasche delle banche e aumenterà il carattere privatistico della Banca d'Italia, si crea una cortina di fumo attraverso l'Imu, e per finire l'inflessibile presidente Boldrini 'ghigliottina' la discussione parlamentare e la resistenza dei 5 Stelle (e magicamente arriva la norma 'salva-Sel' nella famigerata proposta di legge elettorale italicum).
Come ha ben spiegato Nino Galloni, il provvedimento Imu-Bankitalia rappresenta la pietra tombale di ogni possibile sovranità monetaria, perché persino in caso di uscita dall'Euro lo Stato non avrebbe più la possibilità di riprendere il controllo sulla banca centrale, a causa della sua eccessiva ricapitalizzazione.
In Parlamento, grazie alla pattuglia pentastellata, c'è stata battaglia, ma nel paese la gente non sembra particolarmente scossa. Colpa solo di apatia, menefreghismo e disinformazione? Forse, ma sembra un po' riduttiva come spiegazione.
La denuncia della fine della 'sovranità nazionale' probabilmente non scalda i cuori. Da una parte ha un carattere sommante astratto (è più o meno la stessa ragione per cui il popolo di sinistra non si strappa più i capelli a sentir parlare di 'classe'), dall'altra il carattere autoritario della tecnocrazia europea non sembra più di tanto riverdire i fasti della mitica età della sovranità nazionale. Quando mai l'Italia, come gran parte delle nazioni che non sono state superpotenze planetarie del resto, ha goduto di 'piena sovranità'? Subito dopo l'unità? Durante il fascismo, quando si poteva promuovere una politica autarchica attraverso lo sfruttamento coloniale? O nel dopoguerra nel contesto della guerra fredda quando la politica estera (e interna) era in gran parte burattinata da fuori?
Bisogna sicuramente rivendicare sovranità e democrazia contro il centralismo europeo, e promuovere una nuova visione europea di tipo confederale. Tuttavia,  tornare alle vecchie concezioni in materia di stato e democrazia non è la soluzione, specialmente se queste sono alla base della della situazioni attuale (corrotti, malgovernati o quello che si vuole, gli 'stati sovrani' hanno liberamente scelto di cedere sovranità). Se non si sviluppa qualche utopia realistica, il rischio è che si ripeta la situazione dopo la prima guerra mondiale, quando gran parte degli europei preferì rischiare di affidarsi a ideologie nuove e deleterie piuttosto che riproporre esperienze collaudate e fallimentari.
 

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