venerdì 28 marzo 2014

La ragione di Grillo e i grilli per la testa

Tanto di cappello: quando Grillo ha ragione, bisogna riconoscerlo senza se e senza ma. Il comico genovese (o chi per lui, ma dal mio punto di vista poco importa) ha perfettamente inquadrato la questione della visita di Obama in Italia: dietro a tanti sorrisi, battute e cenni d'intesa con il premier rottamatore Renzi, il presidente USA ha dato il via a un futuro decisamente a tinte fosche per il nostro paese se non per tutta l'Europa. Grillo ha centrato perfettamente la posta in gioco,  ossia l'atto di fede dell'Italia agli USA e alla NATO, proprio nel bel mezzo della crisi Ucraina, e il dono greco di Obama, ossia l'emancipazione dell'Italia dal gas russo attraverso l'esportazione di quello a stelle e strisce, ottenuto con  l'inquinantissima tecnica del fracking.
Il pericolo concreto è che il nuovo governo italiano e i potentati che ne tirano le fila abbiano deciso di tentare il tutto per tutto e, dietro i proclami europeisti - per altro mitigati dai mugugni contro il patto di stabilità e i 'compiti a casa' - abbiano deciso per una netta svolta filo-USA, con tutto quello che può comportare. Il timore forte è che seguano i consigli di cattivi maestri, come l'economista keynesiano Giulio Sapelli, che in un'intervista rilasciata a inizio anno ha dichiarato:

"La Germania ci vuole fare morire di deflazione... Agli Stati Uniti in questo momento serve un'Europa forte. Certo, preparano la guerra che verrà con la Cina. Ma hanno bisogno che l'economia europea vada bene. Stiamo trattando un accordo di libero scambio transatlantico: possiamo negoziare. E comunque meglio gli Stati Uniti del dominio tedesco".

Forse adesso preparano una guerra anche contro la Russia, una catastrofe non meno inaudita per l'Europa 'forte' e il mondo intero. Ma se per Enrico IV Parigi valeva bene una messa, forse per i vari Renzi e Sapelli un'economia 'che va bene' vale il rischio di una guerra atomica.

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