giovedì 17 aprile 2014

Se questo è Grillo (e i suoi nemici)

'Onestà intellettuale' è la condizione necessaria (non sufficiente ahimé) per la ricerca del bene comune, e in questo senso siamo lontani anni-luce: la faziosità imperversa a destra, a sinistra e anche 'avanti'.
Ezio Mauro ha chiamato 'bestemmia sul patto di civiltà' (quale patto? l'accordo Berlusconi-Renzi per rifare la Costituzione?) la riscrittura dell'introduzione di Se questo è un uomo da parte di Grillo, subito accusato di antisemitismo, mentre Massimo Fini ha difeso il diritto di satira del comico genovese.
Di fatto hanno torto entrambi: non c'è nulla di antisemita in quello che ha scritto Grillo - che a suo modo voleva fare un omaggio a Levi - e del resto non si trattava di satira, ma di una riscrittura appunto di un testo celebre, dove era stato espunto qualsiasi riferimento all'Olocausto. Ma questa analisi è troppo profonda per la macchina mediatica: meglio mettere in scena il solito teatrino, con anti-grillini (e 'dissidenti interni') pronti a inneggiare al nuovo Hitler e grillini a difendere 'come una testuggine' il loro leader. 
Se la provocazione di Grillo non è antisemita, forse è il caso di riflettere sull'opportunità di questa operazione mediatica. Toccare certi tasti va fatto con molta cautela, specialmente se si prende una foto di Auschwitz e la si rimaneggia con Photoshop, cosa che ho trovato molto più discutibile della riscrittura di Levi. Se sei una band musicale stile Sex Pistols, Dead Kennedys o Rage Against The Machine, che fa leva sui sentimenti per smuovere le coscienze, può essere una buona idea. Ma se sei un movimento politico che realmente credi nei valori espressi in Manifesto per la soppressione dei partiti politici di Simone Weil (abbiamo già parlato in questo blog di come il M5S abbia disatteso più volte il suo pensiero) dovresti evitare di eccitare le passioni 'di pancia' della gente. Riporto questo commento illuminante (vera rarità per i commenti Web!) di un utente del blog:

La poesia rivisitata non e' nulla di ingiurioso. Le considerazioni contenute sono condivisibili. Trovo solo una brutta caduta di gusto la foto dell'ingresso del lager con la scritta cambiata. Penso che su alcune cose bisogna avere piu' attenzione, piu' rispetto. Cio' premesso, politicamente occorre stare attenti perche' lorsignori, terrorizzati dal Movimento cinque stelle, si attaccano a ogni cosa, anche a una caduta di gusto, per lanciare i loro strali, all'apparenza di fustigatori di costumi, in realta' di biechi conservatori dei loro privilegi.


Se ci fosse onestà intellettuale, Repubblica e compagnia bella avrebbero tuonato semmai contro un altro post del blog di Grillo, intitolato Renzi e Dell'Utri per me pari sono, realizzato dal parlamentare del M5S Nicola Biondo. Il contenuto del post - che descrive la collusione tra destra e sinistra nell'affrontare la questione mafiosa - è condivisibile, ma come al solito il titolo in salsa grillina rovina tutto. E' sacrosanto denunciare le titubanze di Renzi sul 416 ter, ma da qui a equipararlo a una persona condannata per concorso esterno in associazione mafiosa ce ne passa. 
Un invito quindi a Grillo e ai suoi nemici a cercare di far coincidere mezzi e fini, per quanto siamo consapevoli che sia destinato a cadere nel vuoto.

PS: vorremmo ricordare a tutti i mezzi mediatici che da vent'anni esiste una formazione politica che utilizza un'aria lirica scritta da un patriota italiano e avente come tema la liberazione e l'unità dell'Italia per la propaganda di un fantomatico stato padano. Chiamasi questa 'strumentalizzazione', parola molto abusata ma che qui calza a pennello.

lunedì 7 aprile 2014

Renzi, basta la parola!

Avevamo sempre pensato che lo stravolgimento della Costituzione avrebbe recato con sé le facce vecchie e brutte di Berlusconi, Cicchitto e Schifani, e invece sembra che tanto orrore sarà edulcorato dalla presenza bella e giovanile di Renzi e Boschi, quest'ultima particolarmente aggressiva nei confronti degli intellettuali come Rodotà e Zagrebelsky, accusati di impantanare da trent'anni il percorso delle 'riforme' - sicuramente la parola più abusata della neo-lingua orwelliana.
Forrest-Renzi corre, e si appresta con o senza Berlusconi a varare un processo di modifica costituzionale che possa stare al suo passo. In realtà, la storia insegna che il parlamento bicamerale italiano, se pressato dal suo popolo o dai poteri forti (vedi rispettivamente le modifiche costituzionali 'lampo' e per abolire l'immunità parlamentare e per introdurre il pareggio di bilancio nella costitizione) può diventare particolarmente celere; ma Renzi non guarda al passato, bensì al futuro.
Un futuro dove non solo ci aspettano manovre lacrime e sangue per il fiscal compact, ma dove si profila la minaccia dell'abbraccio mortale dell'Europa con gli USA attraverso il progetto di partenariato transatlantico per il commercio e gli investimenti (TTPI), un accordo che costringerebbe i paesi europei - specialmente quelli che rientrano nell'acronomimo PIIGS - a creare condizioni ideali per gli investimenti esteri a livello simil-cinese, sul piano del lavoro e del rispetto dell'ambiente. 
In questo quadro un parlamento (pseudo)monocamerale, eletto con una legge elettorale con premio di maggioranza (quindi una pletora di yes-man o di gente vorrei-ma-non-posso stile Civati) che dà la fiducia a un premier con il potere di rimuovere personalmente i ministri, è proprio quello ci vuole. Se poi tale contro-riforma passa attraverso un disegno di legge del governo su cui è stata posta la fiducia, il cerchio si chiude.
Se 'autoritario' non è la parola adatta, chiediamo a Renzi e Boschi alternative al riguardo.