martedì 12 agosto 2014

Il messaggio è il medium

Qualche giorno fa Giulietto Chiesa ha pubblicato sulla sua pagine Facebook questa immagine:


La fonte da cui l'aveva tratta riferiva di una bambina palestinese coinvolta nell'offensiva di Gaza, cosa che sembrava perfettamente plausibile. Ben presto, Chiesa è stato subissato di commenti estremamente aggressivi e accusatori, in quanto si è scoperto che l'immagine in realtà risale al 2009 e raffiugura una bambina turca e non palestinese: secondo molti, il giornalista avrebbe agito in modo non deontologico allo scopo di infangare Israele. 
Sono ovviamente di farneticazioni insensate. Sono sicuro che Chiesa non avrebbe pubblicato sulla fiducia, ad esempio, una foto presa a casaccio dal Web che raffigurasse soldati israeliani intenti in crudeltà gratuite sui civili. E poi cosa vuol dire, che in Palestina non stanno morendo bambini, quando si sa con certezza che persino le scuole dell'ONU sono divenute obiettivi militari? E che le bambine palestinesi coprano o meno gli occhi alle bambole nel tentativo di risparmiarle l'orrore ha qualche importanza, al di là dei sentimenti toccanti che ispira il gesto?
Io stesso, quasi contemporaneamente a Chiesa, sono stato vittima di un evento simile. Su Facebook -in un modo o nell'altro questo social network è sempre coinvolto - avevo trovato un post che riferiva a questo articolo, inerente alle dichiarazioni di Renzi sulla Palestina espresse durante la direzione del PD del 31 luglio. Il testo, intitolato Israele fa bene ad attaccare i palestinesi per difendersi? Sdegno delle comunità pacifiste, recitava:

Roma, 31 lug. (TMNews) – Per provare a risolvere il conflitto arabo-palestinese c’è “un’unica carta” da giocare, quella rappresentata dalla “proposta egiziana”. Lo ha detto il presidente del consiglio Matteo Renzi parlando alla direzione del partito: “C’è un’unica carta che oggi va giocata, a mio giudizio, al di là delle prese di posizione di principio: è la proposta egiziana, su cui dobbiamo insistere e investire. Federica è stata al Cairo, sabato ci sarò anche io – forse primo capo di governo sotto presidenza al Sisi – ma credo sia un fatto importante che si collega per l’Italia al primo viaggio fatto in Tunisia, all’investimento fatto in alcuni paesi e al tentativo di creare occasioni di dialogo”. Resta il fatto che Israele deve attaccare i terroristi palestinesi per estirpare la piaga del terrorismo di Hamas anche a costo di qualche vita in virtu di un bene superiore.

Ingenuamente non ho fatto attenzione al virgolettato, sono stato assalito dallo sdegno e ho realizzato un post per questo blog, che è stato on line per qualche minuto. Poi sono stato assalito dal dubbio che un maniaco della comunicazione e del marketing politico come Renzi non potesse cadere in una simile buccia di banana. Un conto è vendere cacciabombardieri a Israele e concedergli l'addestramento nei nostri poligoni, un altro sono candide ammissioni di valore: possono capitare, ma raramente a imbonitori del livello del nostro premier. Ho visitato quindi il sito di TMNews, constatato le affermazioni reali e ho cancellato il post.
In entrambi i casi - la foto e le dichiarazioni di Renzi - non c'era alcun bisogno di modificare i fatti, la tragedia della Striscia di Gaza e la complicità italiana nella dominazione israeliana sono evidenti. Perché allora qualcuno ha sentito l'esigenza di 'potenziare' la realtà, con le conseguenti accuse di distorsione una volta scoperte le manipolazioni?
Mi viene da pensare che l'uso di Internet stia stravolgendo in molti non solo la percezione della realtà, ma il concetto di realtà stessa. Nell'era dell'informazione alla velocità della luce, eccessiva e destinata a rapida obsolescenza, l'emozione si adatta meglio della riflessione, proprio perché la prima è veloce, mentre la seconda richiede tempo. Ho il sospetto però che, in una società basata principalmente sulle emozioni, l'empatia non sarebbe quella fondante, ma che a prevalere sarebbero altre meno meritevoli di encomio.
"La società elettronica... non ha scopi e obiettivi ben radicati né una propria identità. In essa l'uomo non si evolve più rimanendo legato alla terra, ma diventa egli stesso elemento di informazione astratta nell'interesse degli altri. Privo di costrizioni, di limiti e di guida, può facilmente ricadere in un mondo basato sull'intuizione primordiale. La perdita dell'individualismo spinge a ricercare, ancora una volta, il conforto della lealtà tribale". Parola di Marshall  Mcluhan, uno che ci capiva.

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