mercoledì 8 ottobre 2014

Sentinella Fusaro

Scrive Diego Fusaro sul suo profilo Facebook:

Sull'affaire Sentinelle in piedi. Ragazzi che andate a protestare contro la famiglia quando non potete concretamente farvene una (a causa del precariato, della disoccupazione, dei tagli alla spesa pubblica): quando capirete che state facendo il gioco del capitale? Quando capirete che state lavorando per il re di Prussia? E' il capitale che, in nome della flessibilità e della precarietà, sta distruggendo la famiglia come luogo della stabilità affettiva e sentimentale. E voi - che lo sappiate o no - siete dalla parte del capitale.

Premessa fondamentale: personalmente avrei lasciato le Sentinelle in pace e libere di divulgare le loro sciocchezze, in modo da negargli qualsiasi immeritatissima palma di paladini della libertà di espressione. Per il resto, Fusaro dà una rappresentazione totalmente fuorviante della realtà, perché le Sentinelle non difendevano la famiglia bensì il presunto diritto all'omofobia (che poi questo sentimento si possa combattere con norme repressive, come vorrebbe il legislatore, è un altro discorso), così come i loro contestatori non attaccavano la famiglia bensì l'idea per cui è lecito rivendicare dei diritti solo per se stessi e chi condivide le medesime visioni culturali, trasformando il diritto in odioso privilegio. 
Fa una certa impressione inoltre che l'anticapitalista militante Fusaro difenda a spada tratta la famiglia nucleare 'borghese' padre-madre-bambini, favorita in tutti i modi dallo stato capitalista tra il XIX e il XX secolo allo scopo di indebolire i rapporti parentali delle famiglie allargate, aumentando così la capacità di penetrazione del potere sugli individui. Adesso invece la famiglia nucleare nella versione eterosessuale (e tradizionalista) rappresenta il baluardo contro l'avanzata prepotente del Capitale. Prodigi della dialettica storica!
Fusaro e altri 'ribelli' simili contestano che le battaglie LGBT e di genere "fanno il gioco del capitale" perché esulano dalla disputa capitale-lavoro, sono meramente 'sovrastrutturali' perché estranee alla sfera economica, unica meritevole di attenzione e contestazione. Chissà se il giovane filosofo fosse vissuto un secolo fa, quando il movimento operaio era in gran parte ostile al lavoro femminile perché sfruttabile dagli imprenditori per comprimere il mercato del lavoro, che posizione avrebbe tenuto? Avrebbe sostenuto che le donne lavoratrici 'sono dalla parte del capitale'?
Ma rimaniamo sul presente. E' da tempo che Fusaro e compagni mi sembrano 'feticisti del capitalismo', cioé persone il cui scopo primario è combattere il capitalismo in quanto tale e non edificare una società più giusta, dove vengano combattute le storture economiche del capitalismo ma anche tutte le tipologie di dominio e discriminazione. Frasi come "la missione storica della Russia di Putin è di contrastare il capitalismo americano" (sentita una volta su Youtube) e il sostegno alle Sentinelle sembrano mirare in questa direzione. Ogni nemico (presunto) del capitalismo diventa amico, anche se veste i panni del tradizionalismo bigotto o dell'estremismo di destra; qualsiasi pensiero 'forte' è utile contro il dilagare di quello 'debole' neoliberale e postmoderno.
Su di una cosa Fusaro ha sicuramente ragione: le battaglie LGBT non combattono la sfera economica del capitale, che può quindi mostrarsi indifferente al riguardo oppure cavalcarle in modo strumentale per darsi una facciata libertaria. Se ciò rappresenta un peccato mortale per l'anticapitalismo, allora per una questione di coerenza bisognerebbe battersi per la cancellazione totale del welfare state, pensato soprattutto allo scopo di trasformare le classi lavoratrici da antagoniste a controparte del capitale e recidere qualsiasi ambizione socialisteggiante.
Se devo scegliere nell'ambito del marxismo, butto sicuramente Fusaro dalla torre per conservare David Harvey,  un marxista che nel recente libro Diciassette contraddizioni e la fine del capitalismo sottolinea come la contraddizione  capitale-lavoro, oggi meno importante che in passato, sia solo una delle tante (17 a suo giudizio) che lo contraddistinguono. La contraddizione finale è quella tra alienazione umana e desiderio di rivolta e di riconquista della propria esistenza. E qui si inseriscono le lotte LGBT, su di un terreno che vuole abbattere tutte le forme di dominazione sull'individuo e di gerarchia non necessaria. Il comunismo sovietico insegna che una battaglia esclusivamente economica conduce a nuove e non meno oppressive dominazioni, per altro una visione esclusivamente economicista del mondo è quanto di più borghese possa esistere. Il capitalismo sarà finalmente superato, forse, proprio nel momento in cui saremo capaci di dare la priorità a esigenze umane diverse dalla necessità economica. La mentalità che vorrebbe privilegiare un aumento salariale al diritto di gay, lesbiche, bisex e transgender di vivere a pieno diritto e senza vergogna la loro esistenza affettiva (ammettendo per assurdo che ciò sia in contraddizione con la tutela del lavoro), mi sembra degna di un broker di Wall Street e per nulla rivoluzionaria.
Benché non ritenga affatto Fusaro un seguace dello stalinismo, ho il sospetto che il suo mondo ideale sarebbe privo del capitalismo ma pieno di altre dominazioni, molte delle quali conseguenza dell'aver scelto improbabili alleati contro il Capitale. Fusaro - che lo sappia o no - sta dalla parte dell'oppressione. 

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