venerdì 2 gennaio 2015

Il presidente rivoluzionario

"Stiamo dalla parte del lavoro. Il lavoro lo crea chi fa impresa di qualità. Ascoltare l'impresa non vuol dire fare dei favori ma essere ossessionati dall'idea di creare lavoro... La democrazia si salva dal populismo solo quando sa decidere nei tempi giusti. Stiamo provocando una grande rivoluzione e questo crea malumore. Ma una democrazia che decide non è deriva autoritaria né incapacità di ascoltare, né arroganza".
Parola del probabile futuro presidente della repubblica - Silvio Berlusconi permettendo - Graziano Delrio. E' inutile lamentarsi anzitempo, specialmente se il presidente uscente si è caratterizzato per l'assoluta mancanza di qualsiasi zelo per la difesa della Costituzione di cui sarebbe teoricamente garante. Il prossimo probabile presidente, se caratterizzerà il suo mandato attraverso 'l'ossessione di creare lavoro' e l'enfasi sui 'tempi giusti', non sarà troppo peggio del suo predecessore. Cerchiamo di ragionare su questi due elementi.
La parola 'ossessione' indica un comportamento al limite del patalogico, e associarlo alla creazione di lavoro significa anteporla a considerazioni di qualsiasi altro genere: quindi sì alla TAV, alle trivelle alla faccia delle preoccupazioni ambientale; sì a forme contrattuali sempre più flessibili.
Sui 'tempi giusti', è abbastanza evidente che un 'sì', specialmente se incondizionato, si pronuncia in pochi secondi, mentre un 'no', a causa delle discussioni a cui può dare seguito, dilata sensibilmente i tempi e non si addice evidentemente a una 'grande rivoluzione'. 
Forse il presidente 'rivoluzionario' promuoverà, oltre alle riforme già in cantiere, altre modifiche costituzionali, anche dell'art.1: L'Italia è una repubblica tempestivamente democratica ossessionata dal lavoro. 

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