venerdì 9 ottobre 2015

Dalla Russia senza amore

Tristezza infinita. E' quella che provo per vedere tante persone che stimavo andare a braccetto con altre che stimavo molto meno in un appassionato atto di fedeltà per Vladimir Putin.  Ho già espresso altrove come la penso sul leader russo, in questa sede vorrei invece comunicare lo scoramento di fronte a una situazione totalmente assuda, in cui mi sembra che molta gente stia rinnegando quello in cui ha sempre creduto, senza per altro poterlo giustificare con l'opportunismo, dato che nessuno ci guadagna nulla agendo così. Siamo di fronte a una profonda revisione degli ideali.
Con Putin, abbiamo scoperto che non è vero che il terrorismo non si combatte con i cacciabombardieri; che sparare missili Cruise da migliaia di km su di un esercito poco più che straccione, facendoli passare sopra la testa degli abitanti di tre o quattro nazioni, può essere una cosa buona e giusta; che commentare su Facebook 'forza ragazzi!', riguardo a un conflitto in corso, non è uno stupido gesto da ultras calcistico, se i 'ragazzi' sono piloti dell'aviazione russa.
Ovviamente è una degenerazione che viene da lontano, ad esempio da quando bisognava condannare il 'laicismo' delle Pussy Riot (ovviamente prezzolate dalla Casa Bianca, come chiunque in Russia non ami incondizionatamente Putin) e difendere la Chiesa Ortodossa, uno dei baluardi della potenza politica del Cremlino. Tuttavia, 'no alla guerra senza se e senza ma' sembrava più di uno slogan, sicuramente lo è.
Che cosa ti fa passare sopra a tutto questo? Forse l'illusione di aver trovato uno stato da sostenere (la Russia) contro quello da sempre avversario (gli USA) in un revival post-moderno della guerra fredda? Difficile a dirsi. La coerenza dovrebbe certo avere sempre la meglio sui ragionamenti machiavellici. 
In tal senso, riporto una comunicazione personale avuta con una persona che stimavo e stimo ancora, di cui non faccio il nome per correttezza, anche perché non è proprio uno sconosciuto. Sintetizza al meglio il mio pensiero su tutta questa faccenda:

"Il mondo "antisistemico"... purtroppo è profondamente succube dello schema mentale per il quale gli USA sono il nemico principale (o forse "il nemico assoluto") e chiunque ad essi si opponga è, se non un amico, almeno un utile alleato. Confesso che anni fa ero anch'io abbastanza vicino a questo modo di ragionare. Adesso ne sono piuttosto lontano. Gli USA sono la punta di lancia del capitalismo e dell'imperialismo, ma gli altri capitalismi non sono in nessuno modo meno nocivi, sono solo momentaneamente più deboli. Anch'io sono favorevole a un mondo multipolare, pur che sia chiaro che in questa fase la multipolarità che si fa avanti è una multipolarità di distruttori."